martedì 6 dicembre 2011
Le prime News dopo il convegno
Al XVI C.I.O., è nato formalmente il gruppo CORACIAS. La tavola rotonda di Sabato 24 settembre ore 21.30-23.30 è davvero andata bene e al di sopra delle migliori aspettative. Hanno partecipato circa 70 ornitologi e appassionati ed è stato un momento importantissimo per ragionare sulle modalità di organizzazione del Gruppo, sulla logica conservazionistica che è e sarà la stella polare delle nostre azioni.
Per gli aspetti organizzativi si è deciso che lo scrivente Angelo Meschini sarà il Coordinatore Nazionale di Progetto. Per le macroaree si sono selezionati i seguenti responsabili:
• Macro area Sud: Egidio Fulco, Giuseppe La Gioia (Sulle Orme degli Argonauti), Rosario Mascara, Maurizio Sarà, Francesco Sottile
• Macro area Centro: Carlo Catoni, Angelo Meschini, Nicola Norante
• Macro area Nord: Marco Gustin, Lorenzo Serra
• Macro area Sicilia: Rosario Mascara, Maurizio Sarà
• Macro area Sardegna: Carla Zucca.
Il coordinamento su base regionale prevede i seguenti ornitologi o Gruppi locali:
Sicilia: Rosario Mascara, Maurizio Sarà; Calabria: Franceco Sottile, Eugenio Muscianese; Puglia: Giuseppe La Gioia (Sulle Orme degli Argonauti); Basilicata: Egidio Fulco; Campania: Danila Mastronardi; Abruzzo e Molise: Nicola Norante; Lazio: Carlo Catoni, Angelo Meschini; Toscana: GOM (Gruppo Ornitologico Maremmano); Umbria: Daniele Iavicoli; Marche: Paolo Giacchini; Emilia Romagna: ASOER e Daniele Poli; Liguria: Daniele Baroni e Carla Rapetti (Rete Osservatori Liguri); Lombardia: Marco Sozzi, Olivia Brambilla; Piemonte: Mssimo Pettavino (GPSO); Friuli-Venezia-Giulia: Pier Luigi Taiariol; Veneto: Marco Basso.
Mancano coordinatori per il Trentino Alto Adige e per la Valle d’Aosta: se qualcuno vuole collaborare in modo attivo può farsi avanti e sarà un piacere; altresì agli amici di CORACIAS che conoscano ornitologi operanti nelle due regioni, prego segnarli. Grazie. Questa strutturazione non può definirsi una articolazione “chiusa”. Chi vuole candidarsi può farlo in modo molto semplice inviando mail ad a.meschini@gmail.com
La tavola rotonda ha preso avvio con la proiezione di dati preliminari sul riconoscimento dei sessi della Ghiandaia marina, attraverso criteri di campo, ed è proseguita per quanto riguarda gli aspetti teorici e tecnici analizzando finalità e obiettivi del Gruppo e alla sua strutturazione. Non è possibile ovviamente analizzare in questa sede tutti gli aspetti discussi con competenza e partecipazione da parte degli intervenuti.
Alcuni delle decisioni prese nella Tavola Rotonda:
• Si è stabilito di non iniziare i rilevamenti per il 2012 (anno uno del progetto) non prima della terza decade di maggio, per scongiurare l’abbandono dei territori riproduttivi al momento della formazione delle coppie che solitamente avviene entro il 20 maggio. La specie in questa fase è particolarmente sensibile al disturbo antropico e la cautela ci è sembrata opportuna. Ovvio che osservazioni casuali di individui o coppie prima del 20 maggio saranno poi irrobustite da successivi controlli nel periodo consigliato.
• Una piccola rimodulazione della Scheda di Rilevamento è sembrata necessaria e sarà resa operativa prima dell’arrivo delle ghiandaie marine ai siti.
• Un aspetto che ci si è prefissi di indagare è quello del successo riproduttivo in nidi collocati all’interno di trasformatori da media a bassa tensione su pali elettrici. In alcuni contesti locali il successo riproduttivo sembra così basso che, se la situazione si presentasse generalizzata, andrebbero attuate le misure necessarie per evitare livelli di mortalità non accettabili
Per il momento è tutto e questa mia è per iniziare a “rimetterci in moto” e a “scaldare i binocoli” e un caro saluto INDACO
Angelo Meschini
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martedì 13 settembre 2011
Tavola Rotonda CORACIAS XVI C.I.O.
CORACIAS
mercoledì 24 agosto 2011
venerdì 19 agosto 2011
Sequestro di ghiandaie marine in Calabria. by E. Muscianese
GEAPRESS – Ancora nessuna novità sul sequestro avvenuto lo scorso 15 luglio nel crotonese. Decine di animali selvatici, prevalentemente appartenenti alla fauna italiana, ma non solo. Nella proprietà di un Avvocato, secondo indiscrezioni alle dipendenze dell’Agenzia delle Entrate, il NIPAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) del Corpo Forestale dello Stato di Crotone, ha rinvenuto anche fauna esotica.
Vi erano rari falchi notoriamente molto ambiti per la falconeria, come il caso di un Girfalco e ben due Falco sacro, il primo non appartenente alla fauna italiana mentre il secondo viene osservato di rado. Vi erano poi due Ara blu, diffusa in centro america, e la fauna italiana. Nove ghiandaie marine chiuse in uno scatolo di cartone e poi altri rapaci come le cinque poiane ed i due gheppi. C’erano sia giovani animali che adulti, tutti in condizioni di detenzione inidonee. Particolarmente penosa la situazione dei due gheppi, rinchiusi all’interno di una piccola gabbia (vedi fotogallery).
I reati ipotizzati dal Corpo Forestale, vanno dal maltrattamento di animali (in particolare gli spazi erano angusti e le gabbie inidonee alla detenzione), alla violazione della legge sulla protezione di fauna autoctona e di quella sul commercio di fauna esotica. Non tutti gli animali, per gli esotici, erano privi di documenti ed anelli identificativi, ma la Forestale ne sta comunque disponendo la verifica. Forse, a segnalare il luogo, un esposto pervenuto dall’ENPA. Ignote le motivazioni che avevano portato l’Avvocato a costruirsi uno zoo in casa. Gli animali erano detenuti in un appartemento non rifinito. Nel garage, invece, lo scatolo con le ghiandaie marine.
IL COMMENTO
Questi casi non sono isolati, l'inciviltà di questi signori va colpita con la conoscenza e con la denuncia. Ringrazio Eugenio per l'importante contributo. CORACIAS serveanche per questo.
Angelo Meschini
lunedì 18 luglio 2011
mercoledì 22 giugno 2011
Fabio Ballanti - Sperimentazione di nuovi modelli di nido artificiale per Ghiandaia marina Coracias garrulus in provincia di Ravenna.
Fabio Ballanti
Sperimentazione di nuovi modelli di nido artificiale per Ghiandaia marina Coracias garrulus in provincia di Ravenna.
Finalità del progetto.
Il progetto, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Giorgio Venturini, è partito nel 2005 con lo scopo di valutare l’efficacia di due nuove tipologie di nido artificiale, partendo dalle spontanee preferenze manifestate dalla specie in Emilia Romagna orientale. Sulla base delle osservazioni personali e delle comunicazioni pervenute da altri osservatori (vedi ringraziamenti in calce), effettuate nelle province di Bologna, Ferrara e Ravenna, si è provveduto a costruire una serie di nidi artificiali di stampo “sperimentale”, con l’intento di avvicinarsi il più possibile ai criteri di gradimento espressi dalle coppie osservate. I due nuovi modelli sono una cassetta in legno con frontale naturale a “fetta di tronco”, che simula, nella vista frontale, il foro d’accesso ad una cavità di picchio verde su un albero maturo, ed un nido specifico in cemento, che asseconda la diffusa tendenza della specie ad utilizzare i pali in cemento per la media tensione, dotati di apertura ad asola per il passaggio dei cavi elettrici (quelli in cui è presente un trasformatore). Caratteristiche dettagliate e criteri di realizzazione di entrambe le tipologie di nido sono riportate sulla nuova edizione del manuale Nidi Artificiali, di Premuda G., Bedonni B., Ballanti F, Il Sole 24ORE / Edagricole, 2011.
Scelta del luogo.
Per la scelta del luogo sono stati considerati diversi aspetti ed in particolare:
1) alta vocazione ambientale ad ospitare la specie;
2) possibilità logistiche e permessi per operare;
3) sicurezza e limitato disturbo antropico.
Dopo varie valutazioni è stata individuato un appezzamento privato in provincia di Ravenna, di circa 100 ettari, distante, nel suo punto più ad est, 2600 metri dal mare. L’area, a conduzione agricola, è costituita prevalentemente da seminativi e vigneti, a cui sono associati settori incolti e spazi con substrato sabbioso e rada vegetazione spontanea. Sono inoltre presenti fasce rinaturalizzate a siepe e “macchia e radura”, alcune di giovane impianto, altre ben consolidate. Sufficiente anche la rappresentanza di alberi maturi (soprattutto Pino domestico Pinus pinea e pioppi Populu spp), sia come esemplari isolati, sia concentrati a formare un lembo disgiunto di pineta litoranea. All’interno dei confini ci sono inoltre: un grande stagno persistente, un invaso con acque basse e temporanee, una casa colonica abitata, due fienili ed un capannone per attrezzature agricole, oltre ad un’antica torre di osservazione risalente al XVII secolo.
La scelta del sito è stata ulteriormente avvalorata dal fatto che, a breve distanza, una coppia ha nidificato regolarmente dal 2003 (come riportato da Plazzi G. in Quad. Studi Nat. Romagna, 23, dicembre 2006). Questo, oltre a confermare la vocazione dell’intero comprensorio, ha indotto ottimismo sulla possibilità di colonizzazione da parte di individui locali, nati da covate precedenti.
Tra l’autunno e l’inverno del 2005 sono stati quindi collocati 6 nidi artificiali, la cui suddivisione, tenendo conto delle possibilità di installazione, è stata la seguente:
N° 4 nidi a cassetta grande con frontale naturale;
N°2 nidi sperimentali in cemento.
I nidi a cassetta sono stati fissati sugli alberi ad un’altezza variabile fra 3 e 5 metri, mentre quelli in cemento a circa 6 metri su manufatti. Nel corso degli anni la posizione di alcuni nidi è stata cambiata per esigenze della proprietà, pur mantenendo sempre l’abbinamento tipo di nido – supporto.
In fase di installazione è stata data particolare importanza al fatto che i nidi non subissero il riscaldamento diretto del sole nelle ore centrali della giornata; essi infatti, con la loro massa ridotta, risentono di una inerzia termica minore rispetto a corpi voluminosi come alberi, manufatti e pali, riscaldandosi quindi più rapidamente, con rischi soprattutto per i nidiacei. Per ciò che riguarda gli alberi, le fronde garantiscono ombra nel periodo di massima insolazione, mentre i nidi sugli edifici sono stati collocati immediatamente al disotto dello spiovente del tetto. Sul fondo, infine, si è provveduto a cospargere uno strato di segatura naturale mista a sabbia e legno sminuzzato.
Cronistoria degli eventi dal 2006 al 2011.
2006: prima nidificazione nell’area di studio.
Nella prima decade di maggio, e per la prima volta secondo i nostri dati, una coppia si installa all’interno dei confini indagati, manifestando chiari segnali riproduttivi. Tuttavia decide di riprodursi in un anfratto poco profondo dell’antica torre, forse in quanto l’edificio più dominante e lontano dalle attività umane. La riproduzione si svolge a stretto contatto con una coppia di Gheppio Falco tinnunculus, e nonostante i nidi si trovino sulla stessa parete, a pochi metri l’uno dall’altro, non si riscontrano particolari conflitti, anche se in verità quando ha luogo la deposizione della Ghiandaia marina i giovani gheppi sono prossimi all’involo e quindi l’interazione degli adulti è breve. La coppia alleva con successo almeno 3 piccoli (l’ultima osservazione alla fine di luglio vede 2 giovani accuditi nei pressi del nido ed 1 ancora all’interno).
2007 e 2008: cambia il sito riproduttivo.
Nei due anni successivi viene abbandonata la vecchia torre e la riproduzione avviene all’interno di un palo per la media tensione, con annesso trasformatore, situato a brevissima distanza dalla casa colonica. Nonostante la nostra delusione per il disinteresse verso i nidi artificiali, si tratta comunque di una grande occasione: attraverso le imposte semichiuse possiamo infatti seguire tutte le fasi riproduttive direttamente da una stanza al primo piano, comodamente seduti. Nel 2007 tutto si svolge regolarmente (assistiamo in diretta all’involo di 2 giovani), ma nell’estate del 2008 accade un fatto increscioso: durante un nostro periodo di assenza, ci viene riferito che alcuni fotografi che erano venuti a conoscenza dell’evento piazzano i loro capanni di tela vicinissimi l nido, con ben poche precauzioni per una specie così sensibile. La loro azione insistita disturba gravemente gli uccelli, che si fanno nervosi e diffidenti. Risultato: al nostro ritorno non riusciamo a cogliere l’involo dei giovani, ne’ a stabilire con certezza se il ciclo riproduttivo sia andato a buon fine. Notiamo infatti la presenza degli adulti nei pressi, ma non riusciamo ad individuare alcun giovane. Come se non bastasse, proprio in quel periodo iniziano i lavori di ristrutturazione dell’intero caseggiato, già da tempo pianificati e non prorogabili. Lo stesso palo, a cui vengono allacciati i cavi elettrici necessari ai lavori, subisce pesanti interventi. A quel punto gli uccelli abbandonano definitivamente la zona.
2009: finalmente un nido artificiale occupato.
Dopo i problemi dell’anno precedente, un’ottima notizia. All’arrivo dai quartieri di svernamento, una coppia dimostra interesse verso uno dei nidi sperimentali in cemento. Il maschio staziona a lungo sul tetto del fienile ove il nido è collocato, allontanando con decisione le gazze che transitano nei paraggi. La compagna, a sua volta, ispeziona ripetutamente la cavità. Per diversi giorni assistiamo al corteggiamento, con le classiche posture ed emissioni vocali, accompagnate dal passaggio di prede. Quando la permanenza della femmina nel nido si fa costante, intuiamo che è iniziata la deposizione e la cova. Dieci giorni dopo, approfittando di una sua assenza, effettuiamo un veloce controllo e scopriamo 4 uova.
Le prime fasi di allevamento si svolgono senza intoppi, con entrambi i genitori che si prodigano per alimentare i nidiacei, ma dopo circa una settimana dalla schiusa uno dei due scompare improvvisamente: da quel momento in poi le nostre osservazioni riguardano sempre un solo individuo, che noi identifichiamo come la femmina. Ad una successiva ispezione nel nido troviamo 2 piccoli in ottime condizioni, pur se a diverso stadio di accrescimento dovuto alla schiusa asincrona, ma nessuna traccia di uova infeconde ne’ dei resti di nidiacei morti. È probabile che la schiusa sia avvenuta per tutte le uova ma che i piccoli più tardivi siano morti (forse per il limitato apporto di cibo da parte di un unico genitore) e che i loro cadaveri siano stati allontanati o siano serviti per alimentare i fratelli maggiori. L’involo avviene regolarmente.
2010: stesso nido occupato e nidificazione completata con almeno 3 giovani involati. Purtroppo per impegni di altra natura il tempo dedicato alle osservazioni è assai limitato.
2011: al momento di stilare il presente resoconto, il solito nido in cemento risulta occupato e si sta svolgendo la cova.
Considerazioni e conclusioni.
Pur nella sua limitatezza, l’esperimento suggerisce l’efficacia del modello sperimentale in cemento per Ghiandaia marina e dei criteri di installazione adottati. Soprattutto, l’esperimento sembra indicare quanto sia radicata, nei soggetti che nidificano in una certa area, l’abitudine di sfruttare sempre un particolare tipo di cavità. Nel caso specifico, infatti, su 6 stagioni riproduttive seguite la scelta è ricaduta per ben 5 volte sul palo in cemento o sul suo surrogato in fatto di nido artificiale, in sintonia con le preferenze palesate dalle coppie nei territori più prossimi a quello indagato e, generalmente, in tutta la parte orientale della regione. A rafforzare questa teoria vi è l’indubbia efficacia dei modelli a cassetta con frontale naturale, che nel periodo suddetto hanno ospitato Upupa Upupa epops, Assiolo Otus scops, Torcicollo Jynx torquilla, Storno Sturnus vulgaris, Cinciallegra Parus major, ma che nonostante ciò non sono mai stati considerati dalla Ghiandaia marina.
Ne consegue che prima di intraprendere campagne di installazione di nidi artificiali per specie esigenti è determinante studiare attentamente le abitudini delle popolazioni locali o di quelle più vicine, per progettare un modello che si adatti il più possibile alle loro abitudini.
Ringraziamenti:
Giorgio Venturini (per il concreto aiuto in tutte le fasi del progetto)
Alfredo Ancarani, Marcello Sanzani (per i permessi accordati)
Bruno Bedonni, Mario Bonora, Fausto Corsi, Fabio Gardosi, Francesco Grazioli, Giorgio Leoni, Giancarlo Plazzi, Guido Premuda, Andrea Ravagnani, Giuseppe Rossi, (per le indicazioni).
Foto 1 e 2 : Cassetta in legno con frontale naturale a “fetta di tronco” e nido specifico in cemento
giovedì 2 giugno 2011
sabato 21 maggio 2011
lunedì 16 maggio 2011
Scheda di Rilevamento - Le istruzioni per la compilazione
giovedì 5 maggio 2011
sabato 30 aprile 2011
lunedì 25 aprile 2011
CORACIAS distribuzione dei rilevatori e carenze di copertura
venerdì 22 aprile 2011
GLI ISCRITTI (fino ad ora) a CORACIAS
- alberto cardillo
- alberto zocchi
- aldo tonelli
- alessandro quatrini
- angelo meschini
- anthus
- claudio montuori
- carla zucca
- carlo castellani
- carlo catoni
- caterina azara
- daniele iavicoli
- daniele poli
- danilo trombin
- davide de rosa
- domenico verducci
- egidio fulco
- emanuela lorenzetti
- eugenio muscianese
- fabio ballanti
- fabio scarfò
- federico cauli
- felice simmi
- francesco mascia
- francesco sottile
- franco roscelli
- fulco pratesi
- fulvio fraschetti
- fulvio fraticelli
- fulvio mamone capria
- gabriella motta
- gastone gaiba
- gianfranco alessandria
- gigliola magliocco
- giovanni natale
- giovanni scano
- giuseppe la gioia
- g.o.s.
- giulio ielardi
- guido prola
- lidia fleba
- lorenzo serra
- marco basso
- marcello grussu
- marco gustin
- massimo biondi
- massimo brunelli
- massimo notarangelo
- matteo visceglia
- maurizio fraissinet
- maurizio casadei
- maurizio marrese
- maurizio ravasini
- maurizio samorì
- maurizio sarà
- mauro fabrizio
- monia bruno
- nick henson
- nicola e martina cillo
- nicola norante
- nino di lucia
- paolo giacchini
- parco regionale marturanum
- pierandrea brichetti
- pierluigi taiariol
- pietro giovacchini
- riserva naturale regionale lago di vico
- riserva naturale regionale monterano
- roberto papi
- roberto facoetti
- roberto ragno
- rosario mascara
- salvatore urso
- sandro lovari
- sarah gregg
- sergio muratore
- simona belli
- stefano celletti
- tonio sigismondi
- umberto gallo orsi
p.s. se dovessi aver dimenticato qualcuno e non è per niente escluso, dapprima mi scuso, poi vi invito a segnalarmelo. grazie. Angelo.
martedì 19 aprile 2011
giovedì 14 aprile 2011
giovedì 7 aprile 2011
martedì 29 marzo 2011
Progetto Ornis italica Nidi e Tralicci. Report e foto C. Catoni
Il progetto è cominciato nel 2009, con l’intento di fornire strutture sicure di nidificazione per questa specie in declino mondiale, ma che mostra tendenze positive nella penisola italiana. In tutte le zone che frequenta, la ghiandaia marina è limitata principalmente da due fattori: la qualità dell’habitat con conseguente abbondanza di risorsa trofica, e la presenza adeguata di cavità dove nidificare. Nel Lazio settentrionale, così come in molte zone dell’Italia centro meridionale, la ghiandaia marina nidificava abitualmente in grandi alberi cavi, oramai sempre più rari per via della razionalizzazione della agricoltura, e in vecchi casolari, spesso ora ristrutturati e quindi resi inutilizzabili da questa specie sensibile al disturbo antropico. Negli ultimi anni, invece, ha cominciato ad utilizzare strutture nuove, come cassette di derivazione elettrica, pali della luce ecc. che hanno portato ad un aumento di questa specie nella provincia di Viterbo. Per questo motivo, la associazione Ornis italica ha pensato di aiutare la nidificazione di questa specie montando cassette nido costruite ad hoc su tralicci dell’alta tensione di Terna S.p.A. prima nella provincia di Viterbo, e poi, nel 2010, di Roma, Ferrara e Parma.
Nel Lazio il progetto è cominciato nel 2009 con il montaggio di circa 40 cassette nido nella provincia di Viterbo ed è continuato nel 2010 con l’aggiunta di altre 20 cassette, per un totale di 60, a cavallo tra le province di Roma e Viterbo. La maggior parte delle cassette nido sono state montate in zone altamente vocate alla presenza della specie come qualità di habitat, ma nelle quali mancano strutture naturali o artificiali che ne possano consentire la nidificazione di questa specie. Altre cassette nido sono state montate invece in zone meno vocate dal punto di vista ambientale, per monitorare una eventuale espansione territoriale da parte di questa specie in locale incremento.
Nel 2010 inoltre, sono state montate 25 cassette nido nella provincia di Parma, e 25 nell’area del Mezzano, nella provincia di Ferrara. In entrambe le aree si registra negli ultimi anni una presenza più regolare della ghiandaia marina, che nidifica con pochissime coppie ma che sembra in espansione, probabilmente limitata dalla mancanza di strutture adeguate per la nidificazione.
Dati di occupazione delle cassette
Lazio
Nel 2009 sono state monitorate 23 cassette nido nella provincia di Viterbo, con 7 cassette occupate da parte di ghiandaie marine e sorprendentemente, 5 da parte di assioli. Nel 2010 si sono registrate 15 cassette nido occupate da ghiandaie marine, e 5 da parte di assioli. In alcuni casi è stato evidente come la coppia di ghiandaia marina appena arrivata tentasse di occupare la cassetta nido già occupata da una coppia di assioli in cova. In questi casi il posizionamento di due cassette nido sullo stesso traliccio ha portato l’occupazione di entrambe le cassette da parte delle due specie.
In totale si è avuto, nel 2010, l’involo di 46 giovani di ghiandaia marina, con un tasso d’involo pari a 3,0 giovani per coppia. Questo dato è leggermente inferiore al successo riproduttivo registrato in Spagna in uno studio analogo su nidi artificiali montati su tralicci dell’alta tensione, ma dovremmo vedere il successo riproduttivo di diversi anni per poter trarre conclusioni da questi dati.
In un solo caso si è registrata la predazione da parte di un corvide dell’intera nidiata di ghiandaie marine.
Emilia Romagna
Nel 2010 le cassette nido sono state montate leggermente in ritardo rispetto a quanto programmato, portando una scarsissima occupazione delle stesse. L’unica nidificazione registrata si è avuta nel Mezzano, in provincia di Ferrara.
Prime conclusioni
Sebbene il progetto sia molto giovane e quindi sia difficile trarre conclusioni, si è assistito ad una buona occupazione delle cassette nido situate nel Lazio, con un incremento del 50% tra i due anni di studio; Ci auguriamo, ovviamente, che nel 2011 il trend continui, con un aumento delle cassette nido occupate da questa specie. In Emilia Romagna invece si attende la stagione riproduttiva 2011 per avere qualche dato sul vero potenziale di queste zone per la ghiandaia marina.
Per info:
C. catoni: carlo.catoni@gmail.com
CORACIAS A.Meschini : coracias@coracias.net